LA PRIMARIA ALLA SCOPERTA DEI LONGOBARDI
ALLA SCOPERTA DEI LONGOBARDI
I Longobardi: un popolo che cambia la storia.
Questo il titolo della mostra internazionale che la nostra città ha avuto il piacere di ospitare e che le classi quarte e quinte hanno visitato nel mese di ottobre.
L’uscita didattica non è mai fine a sé stessa, ma presenta sempre proficue occasioni di lavoro di preparazione e di rielaborazione dell’evento.
Prima della visita alla mostra sui Longobardi, allestita presso le scuderie del Castello Visconteo, le classi quinte hanno realizzato una ricerca relativa a questo popolo che ha lasciato molte tracce nella nostra città e su come la loro presenza segnò il futuro politico del nostro Paese. Qui il link alla ricerca sui Longobardi.
Le classi quarte durante l’uscita didattica hanno svolto un laboratorio su i pavoni di Teodote. Questa attività, di tipo collaborativo e cooperativo, e che è stata successivamente continuata a scuola, ha portato i ragazzi ad approfondire i temi relativi alla cultura e alla scultura longobarda.
Nella gallery trovate alcune foto scattate durante l’uscita didattica, qui invece potete leggere una cronaca della visita al museo scritta dai ragazzi di quinta.
Entrati nel museo, sulla destra, abbiamo visitato la sezione sull’oreficeria: c’erano gioielli, fibule, collane, bracciali e pettini. Erano presenti due riproduzioni di un uomo e di una donna con i rispettivi reperti. Successivamente abbiamo visto l’Edito di Rotari, ovvero il primo Codice di leggi scritte dai Longobardi.
La parte sinistra era dedicata ai plutei: lastre di pietra che dividevano l’altare dall’assemblea nelle chiese. Essi erano abbelliti con sculture.
Era esposta una spada molto significativa: l’elsa era, una volta, decorata con pietre preziose; ciò ci fa capire che i Longobardi erano una popolazione guerriera, ma che si specializzò nell’artigianato.
Usciti dalla mostra, ci siamo diretti verso la chiesa di San Pietro in Ciel d’Oro: lì sono poste le tombe di Liutprando, importante re longobardo, di Sant’Agostino e di Severino Boezio.
Successivamente abbiamo visitato la Cappella di Sant’Eusebio, caratterizzata da bellissimi capitelli.
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